METODOLOGIA

Mappatura dei Cluster Italiani

Perché occuparsi di cluster?

I cluster sono “concentrazioni regionali di imprese, fornitori, e istituzioni operanti in un particolare campo di attività, strettamente correlati tra loro”.
I cluster sono alla base del vantaggio competitivo dei territori, aumentano la produttività e stimolano l’innovazione mettendo a fattor comune tecnologie, informazioni, talenti specializzati, aziende, istituzioni accademiche e altre organizzazioni.
Questo è possibile perché la stretta vicinanza consente una migliore conoscenza del mercato, un più ampio bacino di talenti specializzati, una più rapida diffusione delle nuove conoscenze e una giusta scala di priorità degli interventi pubblici e di ricerca.
Un portafoglio di cluster sviluppato rende il territorio attraente per le aziende che cercano una nuova sede, perché possono beneficiare della presenza sul territorio di fornitori specializzati, di talento umano qualificato, di infrastrutture dedicate ed istituzioni pubblico-private che facilitano la collaborazione.

Perché una mappatura di cluster?

I cluster hanno profonde radici nel nostro sistema economico industriale. I cluster fanno da sempre parte del nostro tessuto industriale e sono da secoli strumento di supporto all’innovazione e alla competitività a livello locale e nazionale.
I cluster sono certamente contesti ideali in cui le imprese, specie se PMI, possono attivare e sviluppare reti per l’innovazione tra loro e con grandi imprese, istituzioni, centri di ricerca ed altri attori, non solo in una mera logica mono-settoriale ma in una logica di value chain, connettendo più settori tra loro.
La configurazione dei cluster varia nel tempo ed è guidata da forze sia di agglomerazione che di dispersione. La combinazione di tali forze e i nuovi trend di mercato legati all’introduzione di nuove tecnologie, di nuovi business model o all’evolvere della domanda sul mercato, determina il modificarsi delle configurazioni dei cluster regionali nel tempo.
Alcuni aumentano la propria dimensione, altri la riducono, altri danno vita a nuove tipologie di cluster che emergono a seguito di riconfigurazioni radicali o ricombinazioni di value chain già esistenti, o all’insorgere di value chain totalmente innovative.

Condurre ricerca scientifica sulle performance di cluster, settori e imprese

Creare un database per la ricerca e l’accesso a milioni di dati sui cluster italiani

Fornire un supporto a policy maker e imprese nel prendere decisioni strategiche e competitive

Risulta quindi di fondamentale importanza studiare ed analizzare approfonditamente la nostra economia dal punto di vista dei cluster piuttosto che da quello di singole imprese o settori per dare evidenza alle potenziali ricadute cross-settoriali legate a tecnologie, competenze e conoscenze, ma anche per identificare nuove opportunità di coordinamento e gestione delle aggregazioni regionali e, quindi, di promozione della crescita economica del territorio.

Grazie al progetto di mappatura dei cluster è possibile monitorare lo stato delle specializzazioni industriali italiane a livello non solo regionale ma anche provinciale negli ultimi 10 anni, rispondendo a domande come:

  • Perché alcuni territori sono più competitivi di altri?
  • Quali attività economiche si concentrano sul territorio e come cambiano le relazioni tra di loro?
  • Come sono cambiate nel tempo le attività produttive, quali sono le specializzazioni emergenti e quali sono le performance delle industrie tradizionali degli ultimi anni?

Il progetto ha seguito un processo organizzato su tre fasi

Adozione definizioni Cluster

Applicazione definizioni Cluster

Analisi database Cluster

1. Adozione definizioni Cluster

Il progetto di mappatura dei cluster italiani è stato condotto applicando la definizione di cluster sviluppata da un team di ricerca composto da docenti e ricercatori di Harvard Business School, MIT Sloan e Temple Fox School of Business, riportata nel paper “Defining Clusters of Related Industries” (Delgado, Porter and Stern, 2016).

Gli autori, rivisitando ed estendendo la metodologia introdotta da Porter nell’articolo “The Economic Performance of Regions” (2003), hanno sviluppato un nuovo algoritmo che ha permesso di introdurre una definizione univoca di cluster come gruppi di imprese (identificati tramite codice NAICS) strettamente correlate tra loro.

L’algoritmo, basato sul metodo della cluster analysis, prevede diverse misure di relazioni interindustriali a livello sia regionale che nazionale. Per quanto riguarda le misure regionali, la metodologia ha considerato tre matrici di similarità che catturano diverse tipologie di relazioni tra imprese: Co-location of Industry Employment, Input-Output Links, Co-location of Industry Establishments, Occupational Correlation.

La metodologia ha generato 51 traded cluster e 16 local cluster.

A causa della mancanza di disponibilità di alcuni dati in Italia, è stato necessario apportare delle modifiche a queste definizioni di cluster. In particolare:

  • Local cluster: conversione della codifica di ciascuna categoria di local cluster da classificazione NAICS 6-digit a classificazione ATECO 4-digit (nella conversione vengono perse due digit del codice a causa di differenze nella classificazione delle attività economiche)
  • Traded cluster: applicazione della conversione già effettuata dallo European Cluster Observatory da classificazione NAICS a classificazione NACE (che dal 2007 corrisponde alla classificazione ATECO).

2. Applicazioni definizioni cluster e creazione database

Tali definizioni sono state applicate alle statistiche industriali disponibili dal Registro ASIA UL e Aida-Bureau van Dijk per la serie storica che comprende il periodo dal 2008 fino all’ultimo anno disponibile. Queste informazioni sono disponibili al livello di dettaglio di provincia (NUTS-3) e attività economica (NACE rev.2 4 cifre).

Le informazioni fornite dal Registro ASIA UL sono il Numero di imprese (UL – Unità locali) e Numero di dipendenti (AD- Addetti). In aggiunta, il database Aida-Bureau van Dijk ha reso possibile analizzare un’ulteriore dimensione. i Ricavi (RV – Revenue).

3. Analisi database cluster

Infine, i risultati della mappatura dei cluster sono stati analizzati per comprendere meglio il ruolo dei cluster nell’economia e nella competitività territoriale.
Una misura sintetica che permette di valutare la specializzazione economica in un territorio, l’Indice Location Quotient (LQ), è stato calcolato insieme a statistiche descrittive a livello nazionale e provinciale.

LQ = (EmpC,P / EmpP) / (EmpC,N / EmpN)

Dove:

  • EmpC,P è il numero addetti di un cluster C in una provincia P.
  • EmpP è il totale addetti in una provincia P.
  • EmpC,N è il numero addetti di un cluster C a livello nazionale N.
  • EmpN è il totale addetti a livello nazionale N.

Glossario

CLUSTER

Concentrazioni regionali di imprese, fornitori, e istituzioni operanti in un particolare campo di attività, strettamente correlati tra loro. Nei cluster troviamo diverse tipologie di attori: aziende, fornitori e prestatori di servizi, agenzie governative, policy maker, organizzazioni no-profit, e altre istituzioni di ricerca che forniscono formazione e istruzione specializzata e supporto tecnico.

CLUSTER TRADED

I cluster traded sono costituti da imprese che servono i mercati al di fuori del territorio in cui si trovano, esponendosi alla concorrenza internazionale.
Queste tipologie di cluster sono fortemente concentrati in poche zone, tendendo ad apparire solo in località che offrono specifici vantaggi competitivi.

I cluster traded sono i “motori” delle economie territoriali, registrano anche più alti livelli di salari, occupazione e innovazione rispetto alle altre economiche del territorio.

Esempi di cluster traded sono il cluster dell’automotive di Torino, il cluster dell’Information Technology a Monza e quello calzaturiero a Fermo.

CLUSTER LOCAL

I custer local sono costituiti da imprese che servono il mercato locale. Sono prevalenti in ogni territorio del paese, indipendentemente dai vantaggi competitivi di una particolare località. I cluster local rappresentano la maggior parte dell’occupazione e della crescita occupazionale nelle economie regionali.

Esempi di cluster local sono i servizi commerciali e negozi come le officine meccaniche o le lavanderie, i servizi legati all’ospitalità locale come i bar e i ristoranti, e i servizi sanitari come le farmacie e gli ospedali.

SPECIALIZZAZIONE (LQ)

Il coefficiente LQ è la misura sintetica della specializzazione industriale di un territorio. Il coefficiente LQ rappresenta la quota di occupazione di un cluster in una provincia rispetto alla quota di occupazione di un cluster a livello nazionale. Se questo rapporto è >= 1, significa che il cluster, in quel territorio, ha una quota di addetti superiore alla media nazionale.

INSTITUTION FOR COLLABORATION

Comprendono una grande varietà di organizzazioni pubbliche e private che mettono in atto azioni per migliorare la competitività, speso La collaborazione tra i diversi attori che compongono un cluster. Queste entità intermediarie, denominate Insitution for Collaboration (IFC), includono camere di commercio, associazioni industriali, associazioni professionali, sindacati, organizzazioni per il trasferimento di tecnologia, centri di qualità e think tank.

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